Il terremoto nel Nord Italia
Alle 4.04 del 20 maggio 2012 un violento terremoto è avvertito nel Nord Italia. Il sisma, di magnitudo 5.9, interessa soprattutto l’Emilia: le Province di Modena e Ferrara e, in misura minore, Bologna e Mantova in Lombardia. L’epicentro è localizzato tra i Comuni di Finale Emilia e San Felice sul Panaro in provincia di Modena, e Sermide in provincia di Mantova.
Immediatamente dopo la scossa si riunisce l’unità di crisi del Dipartimento della Protezione Civile per organizzare, in coordinamento con le Regioni interessate, le attività di soccorso e assistenza alla popolazione. Alle 6.00 del 20 maggio si insedia il Comitato Operativo, che resta convocato in seduta permanente fino al 23 maggio.
Il Presidente del Consiglio, come previsto dalla Legge n. 286 del 27 dicembre 2002, dichiara l’eccezionale rischio di compromissione degli interessi primari e il 22 maggio è deliberato lo stato di emergenza per i territori delle Province di Ferrara, Modena, Mantova e Bologna. Lo stato di emergenza, della durata di 60 giorni, è dichiarato in base al Decreto-Legge n. 59 del 30 aprile 2012, convertito poi nella Legge n. 100 del 12 luglio 2012. Il coordinamento degli interventi è affidato al Capo Dipartimento.
Alle 9.00 del 29 maggio un nuovo terremoto di magnitudo 5.8 colpisce l’Emilia, la Lombardia e il Veneto, con epicentro tra Mirandola, Medolla e Cavezzo, in provincia di Modena, mettendo a dura prova la macchina dell’emergenza che a nove giorni dal primo evento era ormai a regime.
Immediata la riconvocazione da parte del Capo del Dipartimento del Comitato Operativo, che resta in seduta permanente fino al 2 giugno quando – per coordinare il soccorso e l’assistenza nelle Regioni colpite dai terremoti del 20 e del 29 maggio – è istituita a Bologna la Direzione di Comando e Controllo, di cui le strutture regionali dell’Emilia-Romagna sono parte integrante. Il 30 maggio, il Consiglio dei Ministri delibera l’estensione dello stato di emergenza alle Province di Reggio Emilia e Rovigo.
Complessivamente perdono la vita 28 persone. I danni sui territori interessano in particolare gli stabilimenti industriali, le chiese e i beni storico-culturali, mentre risultano in buona parte integri gli edifici ad uso abitativo. Per questo motivo, nella gestione emergenziale un’attenzione particolare è rivolta alla continuità economica e produttiva delle aree colpite.
Foto: Crolli nel centro di Concordia sulla Secchia (Modena) dopo la scossa del 20 maggio 2012