Il terremoto di Umbria e Marche
Il 26 settembre 1997 alle 2.33 una scossa di magnitudo 5.7 colpisce l’Italia centrale, lungo l’asse della dorsale montuosa degli Appennini, tra Umbria e Marche. Alle 11.40 una nuova scossa di magnitudo 6.0 aggrava lo scenario. Ha così inizio una sequenza sismica che interessa per mesi Umbria e Marche, con migliaia di scosse localizzate in una fascia compresa a nord tra Gualdo Tadino e Nocera Umbra e a sud tra Sellano e Norcia. Alcune di queste recano ulteriori danni a questi territori così ricchi di arte e storia.
Complessivamente, le vittime sono 11, i Comuni interessati dall’emergenza 48. Danni significativi si registrano in Umbria ad Assisi, Gubbio, Foligno, Norcia, Valfabbrica, Gualdo Tadino, Nocera Umbra e Sellano e, nelle Marche, a Serravalle del Chienti, Camerino, Fiordimonte e Castelsantangelo sul Nera.
I danni e le perdite al patrimonio storico-artistico delle regioni coinvolte sono enormi: dalla cima del campanile della cattedrale di Foligno alla storica torre di Nocera Umbra, dai musei locali ai teatri storici. Nell’immaginario collettivo questa emergenza è legata al crollo della volta affrescata della Basilica superiore del complesso francescano di Assisi, meta di turisti e pellegrini da ogni parte del mondo.
Foto: Squadre di Vigili del Fuoco impegnate nella messa in sicurezza di beni culturali / Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco